Cosa succede se ci si sveglia durante un’operazione

Cosa accadrebbe se ci si svegliasse durante un’operazione?

È assolutamente normale sentirsi nervosi prima di finire sotto i ferri. Sfortunatamente girano numerose dicerie su tutte le cose che potrebbero andare storte durante un’operazione. Si tratta di voci del tutto prive di fondamento ma  che possono sicuramente aumentare le nostre paure.
Una delle paure più diffuse è quella di svegliarsi ad operazione ancora in corso.

Lo svegliarsi ad operazione non ancora conclusa ha un nome scientifico: “percezione intraoperatoria“.
Si tratta di un evento estremamente raro secondo l’associazione americana degli anestesisti. Soltanto una persona ogni 10.000 si sveglia  dall’anestesia generale a intervento ancora in corso e se consideriamo le operazioni ad alto rischio la statistica precipita: un paziente su 40.000.
Prima di un’operazione invasiva riceviamo di solito un’anestesia generale. Essa serve a rilassare i muscoli e ad addormentare il paziente perciò nessuno avverte il dolore dell’operazione.
Il paziente è del tutto ignaro di ciò che succede dopo che l’anestesia fa effetto. Oltre a questo il paziente non avrà alcun ricordo dell’intervento al risveglio.
Solitamente l’anestesia viene effettuata mediante iniezione intravenosa e in circa mezzo minuto il paziente cade dolcemente nel sonno.
I medicinali usati di solito per l’anestesia generale includono tipicamente farmaci ipnotici per rendere incosciente il paziente; sedativi per rilassare i muscoli e narcotici contro il dolore.
Appena il paziente si addormenta i medicinali anestetici vengono somministrati tramite inalazione.
La percezione intraoperatoria è un fenomeno molto diverso da come ce lo potremmo immaginare.

Svegliarsi durante un’operazione non significa sentire subito un dolore tremendo e paralizzate.

Nei pochi casi documentati di percezione intraoperatoria i pazienti avevano una vaga consapevolezza che attorno a loro stesse accadendo qualcosa, altri hanno descritto l’esperienza come un sogno molto vivido. Un sogno nel quale erano perfettamente consci di ciò che avevano attorno.
La reazione più diffusa descritta da chi ha avuto questa esperienza è stata sentire i suoni e voci del personale medico.
Per questo c’è una spiegazione: una volta somministrata l’anestesia l’organismo si spegne gradualmente e l’apparato uditivo è l’ultimo a farlo.
È estremamente improbabile invece che la percezione intraoperatoria si manifesti col paziente che apre gli occhi durante l’intervento.
Ad ogni modo va ricordato che la probabilità di svegliarsi durante un’operazione è davvero minima minima , quasi inesistente.
L’anestesista è presente durante tutto l’intervento e dovesse accadere qualche imprevisto sarà lì pronto a intervenire nel modo più opportuno.
Secondo il Royal College di anestesiologia, in Gran Bretagna, tutti gli episodi documentati di percezione intraoperatoria non sono durati più di cinque minuti.

Le categorie di persone più a rischio di sperimentare una percezione intraoperatoria sono quelle che hanno tra i 25 ei 40 anni di età, persone obese o sovrappeso, donne e persone già alle prese con altre malattie.

Le operazioni che maggiormente possono causare la percezione intraoperatoria sono soprattutto gli interventi d’emergenza in seguito a ferite gravi parti cesarei d’emergenza, ma anche certi tipi di chirurgia cardiaca.

Il ruolo dell’anestesista

Anche se in casi più rari la percezione intraoperatoria può essere un’esperienza traumatica essa non è pericolosa. Tenete presente che prima di ogni intervento i pazienti vengono ascoltati dall’anestesista per ridurre ogni rischio di svegliarsi durante l’intervento.
Basterà dire al dottore il più possibile riguardo le vostre condizioni di salute, eventuali problemi avuti in passato con le anestesie, le vostre paure, i vostri timori sull’intervento, tutti i farmaci che prendete sia quelli prescritti che quelli da banco. Meglio menzionare anche integratori e preparati d’erboristeria, già che ci siete ditegli anche quanto caffè prendete.
Non vi sorprenderà sapere che svegliarsi dall’anestesia non è l’unico timore diffuso quando si parla di chirurgia, ecco un altro po’ di leggende urbane che spingono la gente a rimandare o evitare operazioni sotto anestesia.

Rivelare i propri segreti sotto anestesia

Molta gente ha paura che una volta sotto anestesia comincerà a raccontare tutti i fatti propri per poi pentirsene. Un timore del tutto privo di fondamento. Sotto anestesia ci si sente ovviamente più rilassati ma di certo non direte i vostri segreti, al massimo stareste lì a blaterare frasi sconnesse. Non vi metterete di sicuro a far conversazione con i medici, ma poniamo il caso che sia proprio tu là fuori l’unica persona al mondo che sotto anestesia riuscirà a mantenere un discorso coerente.
I medici non faranno alcun caso alle tue parole, sanno benissimo che ti trovi sotto anestesia perciò quanto viene detto in sala operatoria rimane in sala operatoria.

Aggressività post-operatoria

In passato quando come anestetico veniva usato l’etere etilico, questa sostanza cominciò a venire usata come anestetico nel 1842.
Purtroppo però l’etere non solo rendeva i pazienti aggressivi ma causava anche gravi episodi di nausea e vomito.
Ecco perché l’etere venne presto sostituito da preparati più efficaci man mano che la scienza progrediva.
Al giorno d’oggi è tuttora possibile comportarsi in modo strano quando l’anestesia comincia a svanire ma di sicuro non in modo aggressivo.
Quello che può succedere è ad esempio ripetere la stessa domanda più e più volte perché ci si sveglia con la memoria a breve termine per così dire sottosopra, oppure ci si confonde con i nomi o si parla al chirurgo come voste vecchi amici.
Ben più comune dopo l’anestesia è una sensazione di pesante sonnolenza.

Incubi e allucinazioni dovuti all’anestesia

Per la maggior parte dei pazienti l’anestesia è un autentico black out. Lo si descrive come addormentarsi e poi svegliarsi come fossero passati un paio di minuti appena.
Vale a dire che anche se si stesse sognando sotto anestesia al risveglio non si
ricorderebbe nulla.
C’è però un 20% di pazienti che ricorda di aver sognato sotto anestesia generale.
Non si trattava di incubi anzi erano di solito sogni molto piacevoli, del tutto simili a quelli che facciamo normalmente nel sonno.
Chi ricordava i propri sogni sotto anestesia erano di solito maschi di giovane età, quelli che ricordano di più i loro sogni anche nella vita di tutti i giorni.
Alcuni esperti affermano che sognare sotto anestesia è tipico del periodo di guarigione, ovvero quando i pazienti sono ancora sotto sedativi ma la sedazione è più blanda.

Dipendenza dagli oppiacei

È risaputo che gli oppiacei vengano usati nelle anestesie generali, fanno parte dei narcotici usati come antidolorifici durante l’intervento.
C’è chi ha paura, perciò, di risvegliarsi dall’anestesia trasformato in tossicodipendente.
Mettiamo in chiaro subito che è un timore totalmente infondato.
Le dosi di oppiacei utilizzate nelle operazioni chirurgiche non sono sufficienti per sviluppare una dipendenza. Quello che mette a rischio di dipendenza è invece l’abuso di antidolorifici nel decorso post-operatorio.
Dei ricercatori dell’università del Michigan hanno notato che certi chirurghi prescrivono maggiori quantità di farmaci di quanto i pazienti necessitino davvero.
Lo studio ha coinvolto 170 persone che avevano subito interventi alla cistifellea e ha rivelato che 100 persone assumevano solo 6 pillole delle 50 prescritte. Ad ogni modo è sempre bene andarci piano con i farmaci antidolorifici.
Discutetene sempre con il vostro medico. Ricordate che dopo cinque giorni di assunzione di oppiacei è già possibile l’insorgere di una dipendenza psicologica.

Visioni dell’aldilà

C’è chi crede che una volta sotto anestesia si possa avere uno scorcio dell’aldilà un po’ come le persone che sono passate da uno stato temporaneo di morte clinica.
Le due esperienze, stare sotto anestesia e affrontare la morte clinica, sono molto diverse.
La morte clinica è quella che si verifica quando il cuore si ferma e con lui anche il respiro e la circolazione del sangue.
L’anestesia generale invece non è altro che un coma indotto e del tutto reversibile sempre controllato dai medici.
Abbiamo già detto prima che in questo stato è come se l’organismo sia in black out. Se anche si dovesse sognare non si ricorderà nulla al risveglio.
In ogni caso nessuno sotto anestesia generale avrà esperienze extracorporee.

 

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Video e immagini tratte dal canale Youtube IL LATO POSITIVO.